La Storia
Nel cuore di Palermo, su una delle strade principali della città e in posizione baricentrica tra il Teatro Massimo ed i Quattro Canti di città, sorge Palazzo Mazzarino, storico edificio di origine cinquecentesca
Le origini
Il primo proprietario del palazzo fu il Tesoriere del Regno don Pietro Di Gregorio ma già all’inizio del XVII secolo (1615) l’edificio passò alla famiglia Branciforte duchi di San Giovanni e poi nel 1788 ai Branciforte principi di Scordia. Nel 1873, un’unione matrimoniale lo inglobò nel patrimonio dei Lanza principi di Trabia e successivamente divenne proprietà del ramo cadetto di casa Lanza, i conti di Mazzarino.
E’ sotto questo nome che il palazzo, oggi di proprietà dei marchesi Berlingieri, è ancora oggi conosciuto.
Originariamente, l’ingresso al palazzo avveniva da un antico portale su via Trabia ma, in seguito all’apertura della via Maqueda, i Branciforte realizzano un secondo ingresso sulla nuova via che divenne presto uno degli assi principali della città. Superato l’androne si arriva in un’ampia corte porticata dove un tempo si trovava una fontana alimentata da una falda acquifera sottostante. I locali al piano terra sono adibiti ad attività commerciali come la scuderia, detta la cavallerizza, che presenta nella parte centrale una doppia serie di possenti colonne in pietra di Billiemi alle quali venivano legati i cavalli. Accessibili sempre dal porticato interno sono le cucine storiche del palazzo, realizzate in ferro e ghisa e collegate al piano nobile da un passavivande che creava un collegamento diretto con i saloni da pranzo. Oggi, non più in funzione, sono di nuovo visitabili dopo un meticoloso restauro delle antiche macchine da cucina.
Gli spazi di Palazzo Mazzarino
Al piano nobile, si accede dalla galleria di ingresso attraverso due scaloni ricordati anche da Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo come di proporzioni nobilissime. Le grandi sale decorate ad affreschi e denominate a seconda della loro destinazione o del colore predominante (sala degli arazzi, sala dei vasi o sala rossa, sala verde, sala bianca, ecc.) si aprono in successione una dopo l’altra senza ambienti di disimpegno sfruttando l’affaccio sul giardino pensile realizzato nel XVII secolo, sopraelevato rispetto al piano stradale e dominato da un maestoso Ficus microcarpa.
La famosa sala della Minerva, le cui dimensioni indussero il cardinale Branciforte Colonna a sceglierla come sala per le udienze, prende il nome dalla dea della saggezza e rappresenta una celebrazione del potere reale nonché della famiglia Branciforte. La sala magnifica e maestosa è coronata da un soffitto, voltato a botte con lunette ed affrescato, ed è dominata dalla maestosa statua di Minerva, realizzata da Valerio Villareale in gesso di recupero dal catafalco di Ferdinando IV.
Due splendidi altorilievi in gesso, sempre del Villareale, si trovano nel loggiato in ferro e vetro che si affaccia sul cortile e rappresentano La cacciata della peste da parte di Santa Rosalia e La processione di Santa Rosalia. La santa è la patrona della città ed i palermitani le sono particolarmente devoti culminando la loro devozione col famoso festino che si tiene ogni 14 luglio, tipica festa storica popolare, tra il sacro ed il profano, si chiude con spettacolari giochi pirotecnici sul porto storico della città.
la piccola
cappella privata
a pianta quadrangolare dalla quale la famiglia poteva assistere alla messa celebrata nella contigua chiesa della Madonna del Soccorso senza doversi mescolare alla gente comune.
Il recupero degli ambienti
Altri ambienti notevoli erano la quadreria, nella quale lavorò come direttore dei lavori il famoso architetto palermitano Andrea Gigante, ed il salone delle Feste, oggi adibito ad eventi e manifestazioni. Questa grande sala, commissionato nel 1741 all’architetto Nicolò Troisi dall’allora principe di Scordia don Ercole Branciforti presenta una volta affrescata da Gaspare Serenario tra il 1743 e il 1745 con le Nozze dei re dei Numi che, a causa di pesanti interventi avvenuti nel passato, era stata celata da un controsoffitto. Oggi grazie ad un restauro attento e meticoloso gli attuali proprietari del palazzo, i marchesi Berlingieri, hanno restituito la volta alla vista degli ospiti ed al suo originario splendore.
Al secondo piano del palazzo vi erano le camere da letto dei cadetti ed oggi è completamente ristrutturato e ridisegnato negli spazi offrendo eleganti appartamenti che vengono attualmente affittati sia a breve che a lungo termine.
Altro elemento di pregio è il giardino d’inverno al terzo piano del palazzo dal quale attraverso l’attigua terrazza è possibile scorgere parte della copertura dello stesso e affacciarsi sui tetti della città. Questo spazio chiuso e aperto contemporaneamente è stato realizzato con una struttura in ferro e vetro ed oggi fa da invito ad un grande ambiente coperto da capriate lignee ed adibito ad ambiente polifunzionale per mostre, convegni, ecc..